TERAMO – Nel giro di una settimana torna di nuovo in ospedale il detenuto teramano del carcere di Castrogno protagonista di gesti di autolesionismo quali ingoiare piccole pile e anche lamette da barba: ieri sera è stato necessario il ricovero in ospedale, a Sant’Omero, dove il detenuto viene tenuto sotto controllo in un delicato quadro clinico in cui rischia gravi emorragie interne. A rendere noto l’accaduto è il segretario provinciale del sindacato della polizia penitenziaria di Teramo (Sappe), Giuseppe Pallini, che in una nota torna a denunciare il caos che regna all’interno della casa circondariale teramana.
«L’episodio – scrive Pallini – ancora una volta, giunge a seguito di una situazione esplosiva all’interno dell’istituto: infatti, tali eventi coincidono, quasi sempre con la concomitanza di assegnazione di numerosi detenuti riottosi è ingestibili in altri istituti del Prap in un penitenziario come quello di Teramo già disastrato per la caotica organizzazione dovuta alla concomitante gestione di ben cinque differenti circuiti penitenziari in un unico padiglione detentivo a “custodia aperta” controllati in modalità di vigilanza dinamica». «Nonostante tutto – continua il segretario Sappe di Teramo – di questi detenuti, seppur gravati da numerosi comportamenti contrari al Regolamento penitenziario, alcuni dei quali gravissimi, rimangano stanziati a Teramo». La presenza di numerosi detenuti “ difficili“ a detta del Sappe di Teramo – aggrava notevolmente il problema della carenza di personale all’interno del carcere. «Un detenuto – ha concluso il segretario provinciale Sappe Giuseppe Pallini – già in passato sottoposto a sorveglianza a vista ha tentato di suicidarsi tramite impiccagione è nuovamente ri-sottoposto alla vigilanza della cd “sorveglianza a vista”, un altro, invece, è stato sorpreso a fare preparativi per un tentativo di fuga e in ultimo si segnala il servizio di due piantonamenti in atto. Queste circostanze aggravano la carenza di personale che ogni giorno, che ogni giorno è costretto a rinunciare al riposo settimanale e alle ferie (ad oggi sono circa 14 mila le giornate da recuperare) per garantire l’ordine e la sicurezza interna».